Forse se ne è parlato troppo poco, o forse chi lo ha letto non è stato in grado di dargli il giusto peso, di certo stiamo parlando di un attacco con probabile fuga di informazioni ad uno dei maggiori gestori di sicurezza tramite token. RSA SecurID è quello che molti di noi usano tutti i giorni per accedere ai conti correnti online e per fare le transazioni. Adesso l’azienda ha spiegato come si è verificato l’attacco e come è quindi stato possibile arrivare ad installare delle backdoor su alcuni PC dell’azienda, creando di fatto una breccia che ha portato alla trasmissione via FTP di moltissimi dati. Di quali dati si tratti però l’azienda non parla, e questo certo non è rassicurante.

La dinamica dell’attacco: c’è stata una mini-campagna di phishing concentrata su due piccoli gruppi di impiegati dal basso livello di sicurezza: le email spedite agli impiegati contenevano un allegato malevolo in Excel, pensato per sfruttare una vulnerabilità di Adobe Flash – ora corretta – con un exploit zero-day e la conseguente installazione di un malware con funzionalità backdoor.

Forse, come concetto di base, più che sui firewall e sull’hardware si dovrebbe investire in formazione

Comunque è chiaro che la gravità della cosa sta nel fatto che qualcuno ha messo le mani nel mazzo delle chiavi; chiavi, che potenzialmente permettono di accedere a molti servizi tra cui quelli bancari e tanti altri, ma attendiamo le prossime notizia e speriamo che siano più rassicuranti.

…veder rubare in in casa dello sceriffo fa sempre un certo effetto.

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Il procedimento di stampa delle stampanti laser è di tipo indiretto. Il tamburo, sensibile alla luce carica i 4 toner del nero e dei colori fondamentali. Li trasferisce in sequenza, ad una cinghia di gomma, che a sua volta trasferisce l’immagine al foglio di carta in un solo passaggio. Alla fine del percorso del foglio di carta, i rulli fusori “fissano” il toner alla superficie del foglio.

Il developer o cinghia di trasferimento è costituito da sabbia quarzifera o polvere ferrosa rivestita da uno strato di materiale plastico, insomma un nastro flessibile metallizzato.  In sostanza il developer è una vera e propria cinghia di trasferimento un po’ come un nastro che porta la polvere dei toner e che lo scarica sulla superficie del tamburo. Attraverso l’at­trito, toner e developer si caricano: il toner negativamente e il developer positiva­mente. Ma il tamburo ha una carica più forte del developer, quin­di attira il toner che resta attaccato definendo l’immagine (immagine latente). Il toner che costituisce l’immagine latente è quindi uno strato di polvere sul tamburo che viene poi trasferita sul foglio e fissata dai rulli di fusione attraverso il calore. Infatti il toner è composto da re­sine termoplastiche, ov­vero deformabili per effetto del calore, e che quindi si fissano sul foglio.

 

 stampa laser