Cellulari, il ricercatore Marinelli: “Danni per la salute. Usarli per emergenza”

“Non ci sono dubbi del profondo impatto biologico delle radiazioni di radiofrequenza” dice il ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Bologna che cita la Iarc che nel maggio 2011 ha classificato le radiofrequenze nella classe 2B cioe’ “possibili cancerogeni per l’uomo”. E propone la scritta sui telefoni: “Nuoce gravemente alla salute”.

Non solo ne sconsiglia l’uso, ma ci avverte che chiunque usi un telefonino si espone a “un rischio serio per i tessuti cerebrali”. Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Bologna, in una intervista al fattoquotidiano.it spiega perché sarebbe meglio per comunicare inviare un sms e perché propone di mettere la scritta: “Nuoce gravemente alla salute”.

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Certo che con alcune piccole accortezze questo tipo di esposizione potrebbe essere limitato o addirittura annullato; pensiamo infatti alla possibilità di utilizzare gli auricolari, sia con il filo che senza, così come i dispositivi che trasformano il cellulare in un telefono fisso da scrivania (per chi sta molto in ufficio),o all’utilizzo del viva voce (sempre se non disturbo nessuno) o meglio ancora del viva voce Bluetooth quando sono in auto (sicuro, legale e non fa male…).

dati personali, informazioni cifrate relative a carte di credito e 40 GB di codice sorgente, e questo potrebbe dare origine a una nuova tipi di attacchi.

I dati di quasi tre milioni di utenti, fra cui numerosissime aziende, nomi e recapiti, password e riferimenti delle carte di credito, conservati però in forma cifrata, ma anche il sorgente di Coldfusion, ColdFusion Builder e di alcuni prodotti Acrobat: questo è il bilancio di un attacco condotto nei mesi scorsi contro l’infrastruttura di Adobe, rivelato solo nelle scorse ore.
È l’esperto di sicurezza Brian Krebs, insieme al collega Alex Holden, ad aver subodorato per primo l’offensiva: su un server impiegato da un gruppo di cybercriminali su cui stavano investigando, ecco un pacchetto da 40 GB di codice compilato e non compilato che sembrava afferire ai prodotti di Adobe. Contattata subito la softwarehouse, i due ricercatori hanno appreso che le indagini erano già in corso: Adobe sospettava di una potenziale breccia fin dal 17 settembre.

L’attacco, secondo quanto emerso finora, dovrebbe essere stato condotto a metà del mese di agosto, contro l’infrastruttura che gestisce le transazioni con gli utenti. I cracker hanno così potuto trafugare i dati relativi ai clienti Adobe, tra generalità, dati di registrazione, carte di credito. Adobe stima un totale di 2,9 milioni di vittime, ma “in questo momento” non ritiene che i cracker abbiano potuto accedere a dati in chiaro relativi alle carte di credito. L’azienda ha previsto un reset forzato delle password, sta cominciando a mettersi in contatto con gli utenti dispensando rassicurazioni e le solite raccomandazioni, sta lavorando con i gestori delle transazioni e con le autorità per garantire la sicurezza dei propri utenti e per assicurare alla giustizia gli autori dell’attacco.

Nonostante Adobe non sia per ora a conoscenza di exploit originati dai sorgenti trafugati, invita i propri utenti all’aggiornamento costante. Sono in molti, però, gli esperti di sicurezza a lanciare l’allerta: “Miliardi di computer in tutto il mondo usano software Adobe – ricorda Chester Wisniewski di Sophos – se i cracker riescono a implementare del codice malevolo in aggiornamenti software che hanno l’aspetto di quelli ufficiali potrebbero prendere il controllo di milioni di macchine”. A temere è lo stesso Alex Holden, fra i primi a rilevare l’attacco: “temiamo che la diffusione di algoritmi di cifratura, di altri meccanismi di sicurezza e di vulnerabilità del software possano essere usati per aggirare la protezioni che tutelano i dati di individui e aziende – ha spiegato – Effettivamente questo attacco potrebbe aver aperto la strada a una nuova generazione di virus, malware e exploit”.

(fonte Punto-Informatico.it)